Quella di Matteo Galletti è una di quelle storie da leggere e rileggere ma che, per fortuna, ha ancora tante pagine bianche da riempire, sicuramente per i traguardi importanti che raggiungerà.

Nato sedici anni fa nella provincia di Massa Carrara, il ragazzo ha avuto un’infanzia che lo ha posto immediatamente a confronto con un terribile destino.

A soli due anni e mezzo Matteo viene investito da un’auto, la situazione pare subito grave. Fortunatamente la tempestività dei soccorsi gli salva la vita, ma ci vogliono ben tre anni di assidue terapie per recuperare del tutto.

Nel Perticata Calcio inizia la sua avventura nel mondo del calcio, una svolta cercata soprattutto per ricominciare: quando compie cinque anni il papà lo iscrive col fratello, e da quel momento la rincorsa di Matteo riprende verso la normalità ed i suoi sogni.

Sarà stata l’ombra di un campione del mondo come Gianluigi Buffon che aleggiava nell’aria (il portiere della Juventus ha mosso i primi passi proprio nel Perticata), ma fin dal primo istante il giovane Galletti ha voluto cimentarsi tra i pali.

“Oltre agli allenamenti di squadra, mi allenavo come portiere anche in altri momenti. Insomma ero sui campi da calcio cinque giorni a settimana, non mi sono mai pesati e mai la voglia mi è passata – ricorda Matteo -. Dopo due anni sono stato selezionato dallo Spezia, con cui ho vissuto un bellissimo triennio. Quindi poi il livello si è alzato nuovamente, infatti mi arrivarono diverse richieste…”.

Le prestazioni di Galletti fanno il giro degli osservatori, la strada sembra segnata ma…: “Ricevetti una proposta quadriennale da parte dell’Empoli, sapevo che dovevo passare ad un’altro step per continuare a crescere. Ero molto combattuto, poi improvvisamente mi chiamò il Monza e da allora ogni dubbio scomparve”.

In Brianza oggi Matteo è più che soddisfatto: “Con il Monza mi trovo non bene ma benissimo, abbiamo uno staff di Mister molto professionali e competenti e sento di avere trovato il posto giusto per crescere – racconta il giovane portiere toscano -. Per questo ho chiesto anche dei consigli ad un procuratore di calcio come Edoardo Ermacora, che ad oggi mi segue con la Odemat Sport Service. Per me è come un secondo padre, mi da molti consigli”.

Galletti ha in testa solo una cosa, migliorare e migliorare: “L’allenamento è vita, finite le sessioni sul campo la sera, proseguo pure a casa almeno un’ora e in estate preferisco prepararmi privatamente a Massa in un’Accademia del calcio, piuttosto che andare al mare. Ogni anno aspetto con trepida attesa l’inizio delle preparazioni ufficiali della nuova stagione”.

Cresciuto nella stessa squadra di Buffon, però Matteo ha un altro mito da inseguire: “Mi ispiro tanto a Gigio Donnarumma per la sua personalità con i piedi e la tecnica, ma anche perché gioca nella squadra del mio cuore”.

“Come deve essere oggi un portiere moderno? Bravo con i piedi, proprio come Donnarumma, e deve possedere una grande personalità, saper aiutare la difesa parlando con i compagni e mostrarsi calmo e rilassato. La concentrazione, poi, deve essere stabile per tutto l’arco della partita”.

Infine, i sogni nel cassetto di Matteo Galletti: “Al momento quelli più grandi sono la Nazionale Under 16 ed un futuro esordio nella prima squadra del Monza. Magari in Serie A!”.